CNI critico sul testo preliminare del Codice dei Contratti
Il Presidente Perrini auspica che nel corso dell’iter di approvazione siano colmate alcune gravi lacune e che si ribadisca la centralità del progetto
Nelle ultime ore i media hanno dato molto risalto ai contenuti del testo preliminare del Codice dei Contratti approvato, in esame preliminare, dal Consiglio dei Ministri. Sebbene l’iter per l’approvazione definitiva del testo sia articolato e preveda ulteriori passaggi, la lettura del documento ha suscitato parecchie perplessità nel mondo delle professioni.
“E’ sicuramente condivisibile il fatto che questo nuovo testo punti alla semplificazione – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI -. Tuttavia, anche a causa della sua mancata completezza, il testo approvato dal Consiglio dei Ministri sembra non voler tenere conto di alcuni aspetti decisivi, da sempre al centro delle interlocuzioni istituzionali degli ingegneri, e dei professionisti tecnici in generale. Su tutti la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio, dimenticando il fatto che la fase di progettazione è decisiva per garantire la qualità delle opere. Come se non bastasse, l’aggiudicazione delle opere da realizzare basate sul progetto esecutivo da regola diventa un’opzione e si apre la strada ad un uso generalizzato dell’appalto integrato, ossia l’affidamento all’impresa sia della progettazione esecutiva che dell’esecuzione dell’opera. Inoltre, non vengono ben definiti i ruoli delle Pubbliche Amministrazioni e dei professionisti esterni alle PA, così come non emerge con chiarezza il metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti, dato che non si fa menzione del ‘Decreto Parametri’.
“Ci auguriamo che le forze politiche riflettano con attenzione su tutti questi aspetti e che nei passaggi successivi pongano rimedio, accogliendo le richieste e le segnalazioni che le nostre categorie professionali stanno inoltrando. La semplificazione è un obiettivo che trova tutti d’accordo, ma non può essere conseguito a scapito della qualità della progettazione delle opere e della loro stessa realizzazione”.
Roma 20 dicembre 2022