Circ. CNI n. 556/XIX Sess./2020

Stima dell’impatto della crisi Covid-19 sul comparto dei servizi professionali di ingegneria e architettura.

Caro Presidente,

per cercare di capire quale possa essere l’impatto della crisi in atto sull’attività dei nostri iscritti, abbiamo impegnato il nostro Centro Studi ad elaborare una prima analisi di scenario che alleghiamo alla presente. Le stime, pur con i limiti che le caratterizzano, possono servire al Consiglio Nazionale e agli Ordini per definire una strategia di intervento e di mitigazione, per quanto possibile, del disagio vissuto da molti professionisti del nostro settore.

Come sicuramente saprai, oltre 80.000, fra ingegneri e architetti, Iscritti ad Inarcassa hanno avanzato richiesta di indennità di 600 euro. È un segnale preoccupante che deve spingere ciascuno di noi a tenere alta la guardia.

Sulla base di primi dati disponibili, il Centro Studi stima che il 2020 potrebbe chiudersi con una flessione del volume d’affari di ingegneri e architetti e delle società di ingegneria che operano nel mercato dei SIA di circa l’11%, quantificabile in almeno 800 milioni di euro di volume d’affari rispetto al 2019. Si tratta di una prima ipotesi; è sufficiente tuttavia guardare all’attività che ciascuno di noi svolge per capire che rischiamo nuovamente una china discendente come quella innescatasi nel 2008.

Occorre sin da ora scongiurare questo scenario e siamo convinti che le stime elaborate possano essere in parte mitigate se si verificassero alcune condizioni: la prima delle quali è rappresentata dalla radicale semplificazione delle norme legate agli appalti pubblici accompagnata da un piano straordinario di spesa per opere pubbliche. Vi è poi un secondo livello di interventi, altrettanto importante, rappresentato dalla attivazione di una serie di misure che consentano ai professionisti di affrontare il picco della crisi (che speriamo possa essere confinato al periodo compreso tra fine febbraio ed i primi di maggio) ed i mesi che seguiranno. Occorrono detrazioni fiscali per alleggerire il peso che grava sui professionisti, incentivi a fondo perduto al pari di quelli a cui a breve potranno accedere le PMI, regole più chiare per far ripartire i cantieri in sicurezza e più in generale per far operare gli studi professionali. Infine vi è bisogno urgentemente di strumenti in grado di generare liquidità per gestire l’emergenza e riprendere auspicabilmente un ritmo normale di lavoro nella seconda metà dell’anno.

E' questo un passaggio delicatissimo, che le Istituzioni e le stesse Casse professionali stanno, a nostro avviso, sottovalutando. Riceviamo ogni giorno decine di richieste di nostri iscritti su come accedere alle misure per il credito attivate nelle ultime settimane a favore degli stessi professionisti, misure che spesso si rivelano evanescenti, anche per eccesso di burocrazia.

Il CNI, anche a fronte delle molte indicazioni ricevute dagli Ordini e dalle Federazioni/Consulte regionali, ha attivato, di concerto con l’RPT ed il CUP, un incessante lavoro di interlocuzione con il Governo elaborando numerose proposte di emendamento ai diversi Decreti Legge emanati a partire da marzo per fronteggiare l’emergenza. Lo stesso livello di interlocuzione è stato attivato dal CNI con Inarcassa.

Stiamo operando al fine di: rendere più facilmente accessibile ai professionisti i prestiti garantiti dallo Stato attraverso il Fondo Garanzia PMI, riattivare con urgenza il prestito a tasso zero fino a 50.000 euro reso disponibile da Inarcassa e sospeso, per esaurimento del plafond, a fine aprile; garantire ai liberi professionisti detrazioni per gli affitti legati allo studio professionale; favorire l’accesso al Fondo Gasparrini per sospendere le rate del mutuo per l’acquisto dell’immobile adibito a studio professionale; abolire la ritenuta d’acconto per il professionisti con obbligo di emissione di fattura elettronica; estendere il regime forfetario per i titolari di partita Iva dagli attuali 65.000 euro di fatturato a 100.000 euro; incrementare il livelli di detrazione, in via straordinaria, dei contributi previdenziali; sottoporre a revisione le norme, di concerto con il Ministero del Lavoro, sulla responsabilità dei professionisti operanti in cantiere nella attuale fase di emergenza da Covid-19.

Siamo consapevoli che le misure adottate finora dal Governo risultano gravemente insufficienti, specie quelle nei confronti dei professionisti ordinistici. Per questi motivi intendiamo continuare ad operare affinché le misure ancora in discussione possano essere adattate al mercato in cui operiamo e possano essere di reale sostegno agli studi professionali, anche con il supporto di analisi che ci consentano di meglio calibrare le nostre richieste presso la controparte politica.

Circ. CNI n. 556/XIX Sess./2020

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Stima dell’impatto della crisi Covid-19 sul comparto dei servizi professionali di ingegneria e architettura