A ripresa dei cantieri edili tra salute, sicurezza e rispetto dei vincoli normativi: la proposta in 5 punti degli ingegneri italiani

L’epidemia di coronavirus che attanaglia il nostro Paese sta producendo un impatto enorme anche sui mercati, generando un indice di fiducia negativo già messo a dura prova dalla congiuntura economica e sociale. Le stringenti misure che il Governo ha deciso di adottare per ridurre la diffusione del virus hanno decisamente contenuto la curva dei contagi che nell’ultimo periodo ha dato degli incoraggianti segnali di riduzione, lasciando intravedere la possibilità di programmare la ripartenza delle attività produttive. Nell’ultimo DPCM, seppure il ritorno alla normalità appare ancora lontano, si è prevista dal 4 maggio una graduale ripresa delle attività produttive, subordinata al rispetto di taluni obblighi come l’uso dei dispositivi di protezione, il rispetto del distanziamento sociale e l’adozione di nuove procedure organizzative.

È in questo difficile contesto che la categoria degli ingegneri ritiene di potere fornire un fattivo contributo al dimensionamento delle misure anticontagio, adottando approcci integrati e specifiche metodologie d’azione volte a consentire l’efficace riorganizzazione e di conseguenza il sicuro riavvio delle attività produttive, coerentemente con i livelli di sicurezza sanitaria assegnati dalle autorità competenti. A questo proposito, il CNI ha inviato una nota al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli contenente una serie di proposte precise.

La base di partenza resta il documento siglato dal Governo il 14 marzo 2020 denominato “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, attraverso il quale sono state fornite le indicazioni operative. In tale ambito, il CNI ritiene corretto l’approccio previsto per i cantieri dove è presente il Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione, a cui è richiesto di predisporre e fare applicare un Piano di Sicurezza e Coordinamento integrativo finalizzato a definire le misure da adottare con i relativi costi.

Per tali motivi, ai fini di una efficace, rapida e sicura ripartenza delle aziende e dei cantieri, il CNI propone il seguente schema d’azione:

  1. Ogni attività produttiva dovrà predisporre un Piano di Sicurezza Anticontagio (PSA) in cui definire qualitativamente e quantitativamente le misure da adottare.  
  1. L’estensore del PSA sarà un Tecnico Abilitato ad espletare il ruolo di Coordinatore della Sicurezza secondo l’attuale schema normativo definito nel D.Lgs. 81/2008 artt. 91-92 Titolo IV.  
  1. La verifica del corretto adempimento dei contenuti del PSA sarà di competenza del Coordinatore della Sicurezza in stretto coordinamento con il Comitato di Crisi.  
  1. Il PSA dovrà essere pensato come un documento dinamico e scalabile in grado di recepire tempestivamente le previsioni del comitato tecnico scientifico o della task force covid-19.  
  1. La quantificazione dei costi delle misure anticontagio sarà riportata nel PSA in riferimento a listini ufficiali ovvero a preventivi forniti dal Datore di Lavoro.

Gli ingegneri italiani sono certi che proprio nei momenti di congiuntura sanitaria, economica e sociale come quelli che stiamo vivendo, oltre che per scongiurare il rischio di un “contagio di ritorno”, sia necessario affidare a professionisti responsabili e qualificati l’onere di garantire il puntuale rispetto dei protocolli anticontagio per aziende e cantieri, per il tempo necessario a decretare il termine dell’emergenza.

Roma 22 aprile 2020

Comunicato stampa

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