Zambrano: no a modifiche non condivise dell'articolo 31 su DDL Concorrenza

"Tutti devono rispettare le stesse regole, serve concorrenza leale e corretta"

Duro intervento del presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri in apertura del sessantesimo congresso di categoria in svolgimento a Venezia. In ballo l’annosa questione dell’attività delle società di ingegneria nel settore privato: “Tutti devono rispettare le stesse regole, serve concorrenza leale e corretta”

“Una vera indecenza, bisogna smetterla di fare regole al servizio di chi pensa di essere più forte ed è comunque più arrogante”. Così il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano giudica i recenti tentativi di modifica dell'articolo 31 sul DDL Concorrenza. “Si vuole forzare le regole, aprendo il mercato privato alle società di ingegneria senza garantire regole uguali per tutti”, ha spiegato Zambrano in apertura del sessantesimo congresso di categoria in svolgimento a Venezia.
Il nuovo emendamento proposto è irricevibile per gli ingegneri, chiamati a raccolta dal Presidente: “Le istituzioni, il Parlamento e in particolare il Governo devono ascoltarci e non possono continuare a proporre correzioni in aperta violazione dei pareri espressi dalle Commissioni Giustizia e Ambiente della Camera, che hanno ribadito la necessità di un quadro regolatorio comune a tutti gli operatori nel settore, assicurando equità e correttezza”. Gli ingegneri, ha proseguito Zambrano, hanno accolto gli impegni richiesti dalla riforma del settore in tema, ad esempio, di formazione e assicurazione obbligatoria, “regole da noi prontamente accettate e digerite, tutti però devono essere sottoposti a questi principi. Le società di ingegneria (in realtà, solo una piccola minoranza di esse) che spingono per questa soluzione, intendono sottrarsi alle regole deontologiche e di correttezza”. Zambrano si è rivolto direttamente al governo, “che stiamo provando a convincere a tornare indietro su questa grave decisione”, e alle forze parlamentari, affinché possano rivedere quegli emendamenti “che il Paese, non gli ingegneri, non meritano”. 
Quindi un appello alla propria categoria e alle stesse professioni tecniche. “Singolarmente non siamo ancora sufficientemente forti come dovremmo di fronte a questi attacchi, per questo occorre fare rete in misura ancora maggiore, serve più coesione e solidità. Del resto abbiamo dato l'esempio in tema di riorganizzazione interna e di riordino delle aree tecniche, proseguiamo allora su questa via prima che lo facciano altri, prima che una riorganizzazione diversa da quella che vogliamo ci venga imposta dall'esterno o dall'Europa”.
Nel corso della relazione il Presidente Zambrano ha poi ricordato il ruolo crescente degli ingengeri nella vita pubblica italiana, come nel caso degli interventi sul dissesto idrogeologico e il conseguente inserimento nella struttura di missione. “Gli ingegneri - ha concluso Zambrano – devono collocarsi al centro della nuova rivoluzione industriale che investe in innovazione, dell'attività della Pubblica Amministrazione dove le nostre professionalità non sono abbastanza impiegate e dello stesso lavoro professionale”. Prossimi obiettivi dichiarati da Zambrano, uno Statuto dei Lavoratori professionali, la costituzione degli Stati Generali delle professioni, la Carta dei Servizi per i singoli Ordini, servizi che devono essere uguali e al massimo livello per tutti gli iscritti a livello nazionale.

Venezia, 1 ottobre 2015

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Comunicato stampa