Ingegneri eccellenza italiana, anche il Premier Renzi lo riconosce

Il Presidente del CNI raccogie con orgoglio gli attestati di stima

Raccoglie con orgoglio gli attestati di stima alla categoria, il presidente del Cni Armando Zambrano, che però precisa: "Siamo pronti ad offrire il nostro contributo alla crescita, ma serve investire di più sulle nostre capacità"

"L'ingegneria italiana ha ancora un fortissimo appeal, ce lo ha riconosciuto lo stesso Presidente del Consiglio Renzi in due occasioni, al termine del recupero della Nave Costa Concordia, quando sul molo elogiò il prezioso lavoro svolto dagli ingegneri, anche italiani, e l'altra sera alla trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio", è un moto d'orgoglio che non fa tuttavia abbassare la guardia al presidente del Cni Armando Zambrano. L'Italia al tempo della crisi può e deve ripartire dall'ingegneria: le sottolineature del Premier solleticano, ma proprio la crisi economica, compresa quella del maggiore comparto dove è impegnata la categoria, l'edilizia, spinge a tener sempre più desta l'attenzione, "nonostante tutto, l’ingegneria italiana è viva e forte. Certo abbiamo registrato un calo del reddito pro-capite, ma anche la continua crescita del numero degli iscritti e dell’ingresso nel mercato professionale di tanti ingegneri espulsi dalla pubblica amministrazione o dalle imprese. Per cui, in realtà, gli Ordini professionali hanno svolto un’attività di ammortizzatore sociale, sui generis ma reale".

Per Zambrano il caso Concordia non può essere ritenuto un caso isolato, avendo rappresentato "la punta di un iceberg, una conferma di come tutta l'ingegneria sia un riferimento per il Paese, su cui esso può e deve contare". Lo è non solo nelle prove date concretamente, ma anche nella capacità di rispondere alle esigenze che sempre più forti arrivano dalla società esterna, perché se è vero che ingegneria fa spesso rima con infrastrutture ed edilizia, questi non sono gli unici campi dove essa è impegnata in prima linea: ambiente, biomedica, chimica e molti altri spazi confermano che l'ingegneria "si misura con se stessa, non restando ferma ma coltivando l'humus del Paese". E non solo, "siamo stati gli artefici di un recente incontro tra gli ingegneri del Mediterraneo e abbiamo potuto constatare che livelli di regole ed autodisciplina li abbiamo soprattutto noi. Questo è una garanzia sulla nostra autorevolezza, sia tecnica che sociale".

Nascono spontanee quindi le domande finali del Presidente Zambrano: "Perché non credere sino in fondo agli ingegneri, ripartendo dall'edilizia, come accaduto, ad esempio, negli Stati Uniti dove è stato elaborato un piano di 50 miliardi di dollari per le infrastrutture? Perché non rivolgersi alla nostra categoria quando allo Stato servono manager preparati e competenti?". Gli ingegneri ci sono e sono pronti ad offrire il proprio contributo alla crescita, ora, dopo i più che graditi riconoscimenti, lascia capire Zambrano, sarebbe opportuno concretizzarne l'indubbia valenza.

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