La RPT chiede un tavolo di confronto sulle misure fiscali a carico dei professionisti

L’ha fatto attraverso una lettera inviata al Ministro dell’Economia e ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di Camera e Senato

La Rete Professioni Tecniche ha inviato una lettera al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, e ai Presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera e Senato in merito alle misure fiscali a carico dei liberi professionisti. I professionisti tecnici italiani esprimono tutta la loro preoccupazione circa le notizie di pubblico dominio relative alle misure allo studio del Governo in vista della prossima legge di bilancio e potenzialmente lesive per il comparto dei lavoratori autonomi.

I liberi professionisti, milioni di cittadini che con il loro lavoro contribuiscono a produrre ricchezza per il Paese e favoriscono con qualità e terzietà il soddisfacimento di molti diritti costituzionalmente garantiti, hanno retto gli urti della lunga crisi economica nonostante l’instabilità normativa ed il costante incremento di gravami burocratici e di tasse.

In tutte le sedi istituzionali, rappresentando centinaia di migliaia di professionisti iscritti agli albi, la RPT ha ribadito con forza il pieno supporto allo Stato nella lotta contro l’evasione fiscale, pratica insopportabile che tanto danno arreca alla casse pubbliche minando la qualità dei servizi e, al contempo, la fiducia dei cittadini onesti nelle Istituzioni. Le condivisibili intenzioni di porre un freno alle pratiche evasive, tuttavia, non possono e non devono tradursi in ulteriori disposizioni vessatorie poste a carico della stragrande maggioranza di liberi professionisti che rispettano le leggi ed adempiono correttamente agli obblighi fiscali.

 

Non è dunque pensabile di introdurre nuovi oneri finalizzati a rendere più trasparente e tracciabile il lavoro dei professionisti senza immaginare misure compensative che vadano a beneficio di quanti svolgono già oggi la propria attività in totale ossequio ai doveri richiesti, e prevedere, al contrario, inversioni di rotta sia sul piano fiscale che amministrativo.

Il regime analitico per chi rimane al forfettario, così come la cancellazione della flat tax al 20% per chi fattura tra i 65 mila e i 100 mila euro, ad esempio, rappresenterebbero dei notevoli passi indietro rispetto a quanto stabilito nell’ultima Legge di bilancio che contiene disposizioni che dovrebbero essere invece confermate e perfezionate. Inoltre, se si decidesse di introdurre misure per la tracciabilità dei pagamenti come il POS obbligatorio o il conto corrente dedicato all’attività professionale, andrebbero messe a sistema forme di detrazione totale dei costi sostenuti per questi che diverrebbero a tutti gli effetti strumenti di lavoro obbligatori.

È evidente, però, che la flat tax ha bisogno di aggiustamenti per evitare forme scorrette di concorrenza nello stesso ambito di attività, considerata l’impossibilità di applicazione del medesimo regime fiscale da parte delle società tra professionisti, bloccandone di fatto la crescita ed incentivandone addirittura lo scioglimento, e data la evidente disparità dovuta alla esenzione dall’applicazione dell’IVA.

A questo proposito, sarebbe opportuno introdurre nella normativa forme di incentivo all’aggregazione immaginando, ad esempio, di fissare la soglia di applicazione della flat tax a ciascuna società in base al numero dei soci professionisti sommando, di fatto, i singoli regimi.

L’equivalenza tra l’attività di un libero professionista e le piccole e medie imprese è un dato consolidato, anche nel nostro ordinamento legislativo e giurisprudenziale, dopo che l’Unione europea ne ha sancito il concetto di pari dignità all’iniziativa economica. Tale riconoscimento ha consentito ai professionisti di accedere alle opportunità di finanziamento e di aiuti riconosciuti all’origine solo ed esclusivamente alle attività di impresa e, al contempo, di ottenere le stesse opportunità in termini di partecipazione a bandi di gara pubblici.

Alla RPT sembra opportuno, a questo punto, segnalare l’urgenza di addivenire ad una serie e compiuta equiparazione anche sul piano fiscale eliminando, ad esempio, la ritenuta d’acconto in presenza di fatturazione elettronica per evitare disparità di trattamento con chi svolge l’attività professionale in forma societaria o ancora consentendo di dedurre dal reddito i costi per autovetture e carburante.

Sono solo alcuni esempi di come si potrebbe coordinare la lotta agli evasori fiscali con misure premianti ed eque per tutti i liberi professionisti, ed è intenzione della RPT confermare al Governo e al Parlamento, anche in questa fase, la disponibilità ad un confronto, chiedendo che venga attivato a breve, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, un tavolo con le rappresentanze delle libere professioni al fine di perseguire gli scopi prefissati attraverso una normativa che sia più idonea e meno impattante sul piano burocratico. In questa ottica, dunque, la RPT chiede la possibilità di un incontro al fine di illustrare più approfonditamente le proprie proposte.

Roma 7 novembre 2019

Comunicato stampa