Professioni – Perrini (CNI): “Serve una classe dirigente tecnica che agisca con competenza, visione e responsabilità”

L’ha detto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri intervenendo al convegno “Le professioni in Italia: da De Gasperi alle sfide del nostro tempo”

“Da Presidente del CNI mi sento onorato di parlare di professioni in Italia richiamando la figura di Alcide De Gasperi. Essere qua, a 70 anni dalla scomparsa di De Gasperi, non è solo un omaggio storico, ma è un invito alla responsabilità di proseguire sulla strada tracciata dalla sua lungimiranza”. Queste le parole con le quali il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Angelo Domenico Perrini, ha esordito nel suo intervento in occasione del convegno “Le professioni in Italia: da De Gasperi alle sfide del nostro tempo”, nato da un’iniziativa della Fondazione De Gasperi.

“Viviamo un momento storico di grande trasformazione – ha proseguito Perrini - dove le parole “transizione ecologica” e “transizione digitale” non sono più concetti teorici, ma realtà operative che permeano ogni settore della nostra società. In questo scenario, la figura dell’ingegnere italiano è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale, strategico, ma anche profondamente etico e sociale. L’intelligenza artificiale, il Building Information Modeling (BIM) e la sostenibilità sono ormai gli strumenti quotidiani di una professione che sta rapidamente cambiando pelle. Non si tratta solo di nuove tecnologie, ma di una vera e propria rivoluzione del nostro modo di pensare, progettare e agire.

“Come possiamo essere protagonisti di questo cambiamento senza tradire la nostra identità storica? Come possiamo integrare innovazione e responsabilità sociale, tecnologia e coscienza etica, senza perdere il legame con la tradizione che ci ha resi un pilastro dello sviluppo nazionale? La risposta sta nella nostra storia, ossia nel formare una classe dirigente tecnica capace di agire con competenza, visione e responsabilità. Il mondo ha bisogno di ingegneri che non si limitino a risolvere problemi tecnici, ma che sappiano guidare il cambiamento. Ingegneri che comprendano che ogni algoritmo, ogni modello, ogni opera ha un impatto reale sulla vita delle persone, sull’ambiente, sulla società e che, quindi, devono operare con una consapevolezza nuova, più ampia, più profonda.

“La digitalizzazione è un’opportunità straordinaria, ma anche una sfida. L’intelligenza artificiale può trasformare radicalmente la progettazione, la gestione delle infrastrutture, la pianificazione urbana. Ma va governata con la intelligenza umana, con senso critico e spirito etico. Il BIM, a sua volta, non è solo una piattaforma per costruire edifici in 3D. È una metodologia collaborativa che impone una nuova mentalità progettuale: più trasparente, più efficiente, più orientata alla sostenibilità. E poi c’è la grande sfida della sostenibilità. Dobbiamo ripensare interamente il nostro modo di costruire, di progettare il territorio, di gestire le risorse, passando da una logica lineare a una logica circolare”.

“Per fare tutto questo – conclude Perrini - serve una formazione continua, trasversale, aggiornata. L’ingegnere non può più essere un esperto chiuso nel suo ambito. Deve dialogare con le altre professioni e saper leggere i bisogni della società traducendoli in soluzioni concrete. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, con la costituzione della sua Fondazione, con l’introduzione dell’obbligo formativo e con la promozione di dipartimenti di ricerca e innovazione, ha già tracciato questa strada. Ma serve uno sforzo collettivo. Le università, gli ordini professionali, le istituzioni pubbliche devono collaborare per formare ingegneri del futuro, capaci non solo di usare strumenti avanzati, ma di guidarne l’evoluzione. E infine, per essere protagonisti di questa fase storica dobbiamo tornare ad avere visione. Come ci ha insegnato Alcide De Gasperi, non basta ricostruire il presente: bisogna progettare il futuro”.

Roma 21 maggio 2025

Comunicato stampa