69° Congresso: Ingegneri fondamentali per ricostruzione post sisma e alluvione

Nel corso dei lavori odierni i Commissari straordinari Castelli e Curcio hanno sottolineato il ruolo decisivo degli ingegneri e la collaborazione con le relative strutture

“In occasione del Congresso nazionale degli ingegneri la struttura commissariale si trova a casa, perché questa categoria professionale è sempre stata protagonista di un’evoluzione che, dopo le incertezze dei primi anni, ha condotto la ricostruzione a registrare finalmente un cambio di passo”.  Così Guido Castelli (Commissario straordinario di governo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017) prima del suo intervento in occasione del 69° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, in corso presso il Teatro delle Muse di Ancona. “La nostra - continua - è una ricostruzione che non si limita a riparare i danni ma che vuole riprofilare il patrimonio pubblico, privato e gli edifici di culto in maniera tale che sia più sicuro, che sia meritevole dell’applicazione delle più innovative indicazioni dell’ingegneria sismica e, più in generale, che sia anche utile a migliorare qualitativamente e energeticamente il nostro patrimonio. Tutto questo vuol dire incrociare l’ingegneria italiana che attraverso la ricostruzione ha realizzato un vero e proprio laboratorio di ingegneria pubblica innovativa. Siamo qui al 69° Congresso nazionale proprio per condividere gli esiti di questo lavoro fatto insieme ma soprattutto per porci nuovi obiettivi”. All’interno del modulo tematico “Ecosistema sostenibile e sicuro”, Castelli ha poi presentato alcuni importanti dati sul cratere 2016. Al 31 maggio 2025 le richieste di contributo per la ricostruzione ammontano a 34.148, per un importo complessivo di oltre 15,8 miliardi di euro. Ad oggi per la ricostruzione privata sono stati concessi 10,77 miliardi di euro, con liquidazioni per oltre 6 miliardi di euro. Sono stati conclusi 12.737 cantieri su 22.223 autorizzati, attualmente sono 8694 i cantieri in corso. Per la ricostruzione pubblica sono stati stanziati oltre 4,6 miliardi di euro per oltre 3500 interventi.

In seguito, è intervenuto anche Fabrizio Curcio (Commissario straordinario per la ricostruzione delle aree colpite da alluvioni in Emilia- Romagna, Toscana e Marche), si è espresso così: “La prevenzione degli eventi idrogeologici è una parte che nel nostro Paese deve trovare ancora un suo sviluppo pieno e complessivo. Su questo il confronto tecnico, in particolare con gli ingegneri ma anche con le professioni tecniche più in generale, diventa un elemento essenziale perché le scelte di politiche sul territorio partono dalla conoscenza, dalla forza e dalle fragilità che il territorio stesso esprime”.  Curcio ha poi chiarito il ruolo del Commissario. “La gestione della ricostruzione delle aree colpite dalle alluvioni – ha detto - è molto diversa rispetto a quella sismica. Quest’ultima finisce quando è stato ricostruito l’ultimo edificio. Il Commissario per la ricostruzione post alluvioni deve occuparsi delle opere urgenti ma poi c’è da studiare i territori. Le valutazioni per la ricostruzione partono dunque da analisi tecniche che poi possono e devono portare a scegliere politiche che impongono finanziamenti, scelte economiche e finanziarie. Quindi il rapporto con gli ingegneri è sempre molto solido in tutte le fasi emergenziali e post emergenziali”.

 Michele Mazzaro (Direttore Regionale Vigili del Fuoco Puglia), si è soffermato sul rapporto tra sicurezza e transizione energetica. “Il contributo dei VVF – ha detto – è quello di lavorare per rendere le abitazioni più sicure. Green e safe sono concetti che spesso non combaciano. Abbiamo problematiche sugli incendi di impianti fotovoltaici, incendi di cappotti che sono fatti di materiali infiammabili: è necessario definire a monte le problematiche di sicurezza quando si parla di transizione energetica, che va certamente attuata ma rispettando determinati criteri”.

Nell’occasione Felice Monaco, Consigliere del CNI, ha illustrato brevemente l’attività della Struttura Tecnica Nazionale (STN), fondamentale punto di coordinamento dei tecnici a supporto della Protezione Civile, cui aderiscono sette consigli nazionali. Parliamo di 5mila tecnici iscritti, di cui 3mila formati per il rischio sismico. A completare il modulo di approfondimento anche gli interventi di Piero Iacono (Direttore Regionale Marche INAIL) e Enrico Quagliarini (Professore di Ingegneria Edile Università Politecnica delle Marche).

I lavori della mattinata, moderati dai giornalisti Manuela Moreno (Rai) e Gianluca Semprini (RaiNews), hanno previsto anche un modulo tematico dedicato alle infrastrutture moderne e resilienti, declinato in termini finanziari, tecnici, di transizione energetica, senza trascurare l’uso dell’Intelligenza Artificiale che rivoluzionerà la gestione del sistema dei trasporti. Il tutto tenendo conto del fatto che abbiamo in Italia un territorio bello ma complesso, come dimostrano l’elevato numero di ponti e gallerie. Hanno partecipato al vivace dibattito Dario Caro (Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente Università degli Studi di Siena), Ennio Cascetta (Professore Ordinario Pianificazione dei Trasporti, Presidente Cluster Nazionale dei Trasporti, Presidente Tecne, Gruppo Autostrade per l'Italia), Andrea Ferrante (Presidente della Sezione Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) e Emanuele Renzi (Direttore Generale per la Sicurezza delle Infrastrutture Stradali e Autostradali Ansfisa).

Roma 15 ottobre 2025

Comunicato stampa