A Modena ingegneri a confronto sulla rigenerazione urbana

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Nella città emiliana si è tenuto il secondo appuntamento del CNI dedicato alle “Traiettorie urbane e territoriali”. Al centro della giornata il consumo del suolo, la forestazione urbana e l’edilizia residenziale pubblica e sociale, sullo sfondo della discussione sul ddl rigenerazione urbana.

Una giornata di riflessione dedicata alla rigenerazione urbana, declinata attraverso i temi del consumo del suolo e dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, proprio mentre è in discussione il relativo ddl. Questi i contenuti del secondo appuntamento delle “Traiettorie urbane e territoriali”, l’iniziativa ideata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri attraverso il proprio gruppo di lavoro tematico, tenutasi a Modena e co-organizzata con il CeNSU e l’Ordine degli Ingegneri della provincia emiliana, attraverso il patrocinio dell’Università UNIMORE, ANCE e Federazione Ordini Ingegneri dell’Emilia Romagna. 

I lavori sono stati introdotti da Michele Bonaretti (Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Modena e componente del gruppo di lavoro CNI sulla rigenerazione urbana) e hanno visto i saluti istituzionali di Giovanni Paglia (Assessore della Regione Emilia Romagna), Carla Ferrari (Assessora all’Urbanistica, verde, parchi e forestazione urbana del Comune di Modena), Francesco Leali (Direttore del Dipartimento Ingegneria E. Ferrari di UNIMORE), Alessio Colombi (Coordinatore della Federazione Ordini Ingegneri Emilia Romagna) e di Valeria Dal Borgo (Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Modena). Il Consigliere Felice Monaco ha portato i saluti del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

 Irene Sassetti (Consigliera Tesoriere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri con delega all’urbanistica e promotrice dell’iniziativa), si è espressa così: “Il tema della rigenerazione urbana si lega in maniera indissolubile alla dimensione sociale. Superata l’epoca di espansione urbana, oggi ci troviamo davanti alla sfida di ridare vita al costruito: ciò che distingue un progetto di rigenerazione urbana da una riqualificazione urbanistica è proprio la capacità di trasformare gli spazi della città, di ricucire i rapporti sociali, prendendosi cura delle persone. Questo ciclo di eventi organizzato dal CNI è necessario per stabilire una collaborazione ed un dialogo tra tutti i soggetti coinvolti in questi processi di trasformazione delle città: progettisti, comuni, regioni ed istituzioni in genere, università, associazioni di categoria, imprese. Occorre una visione integrata in grado di abbracciare non soltanto gli aspetti tecnici ma anche le dimensioni sociali, culturali ed ambientali”. Elisa Abati (Segretario del Centro Nazionale di studi urbanistici CeNSU) ha sottolineato il lavoro in sinergia col CNI per proporre una serie di emendamenti e proposte nell’ambito della discussione sul ddl sulla rigenerazione urbana.

Il centro della mattinata è stato dedicato dal panel politico-istituzionale, preceduto dall’intervento del senatore Roberto Rosso, relatore del ddl in discussione. “Il nuovo disegno di legge quadro sulla rigenerazione urbana, di cui sono relatore al Senato – ha detto -, rappresenta un passaggio decisivo nella definizione delle politiche nazionali per la trasformazione delle città italiane. È un testo che nasce dall'unificazione di otto disegni di legge, di maggioranza e di opposizione, e che segna il superamento degli interventi frammentati a favore di una riforma organica della pianificazione urbana. Tra i punti cardine della riforma figurano premialità per la demoricostruzione, incentivi fiscali, delocalizzazioni per edifici situati in area a rischio idrogeologico e l'istituzione di un fondo nazionale da 3,4 miliardi di euro in dieci anni per sostenere gli interventi di rigenerazione urbana”.

E’ seguita l’interessante tavola rotonda moderata dalla giornalista Maria Cristina Voci. Stefano Betti (Vicepresidente ANCE Edilizia e Territorio), a proposito della discussione sul ddl rigenerazione urbana, si è espresso così: "E' necessario ed urgente mettere mano alla normativa nazionale in materia urbanistica, dal momento che l'attuale impianto normativo risale agli anni '40 ed ormai non è più adeguato ai tempi. Sono due le urgenze su cui intervenire. Innanzitutto la stratificazione eccessiva di competenze: sono più di trenta gli Enti che hanno competenza in materia edilizia, spesso con orientamenti ed obiettivi divergenti. In secondo luogo, la difficoltà economica dovuta all'aumento dei costi di edificazione, +25% negli ultimi 5-6 anni, ed alla evidente perdita di potere d’acquisto delle famiglie". Giovanni Paglia (Assessore Regionale alle Politiche abitative) ha posto al centro del suo intervento l’aspetto sociale: “In assenza di una valutazione degli impatti sociali nessuna riqualificazione urbana può avere successo. Nel migliore dei casi, infatti, il risultato finale è l’espulsione delle persone dal tessuto dei quartieri interessati. Occorre valutare nel loro complesso la sostenibilità degli interventi di rigenerazione urbana, non solo sul piano economico”. Ha sottolineato, poi, come la questione casa rappresenti oggi il più alto generatore di povertà e ha lanciato l’allarme sulla tenuta dei servizi pubblici essenziali: molte categorie di lavoratori di cui c’è estremo bisogno, persino quelli di profilo alto come i medici, rifiutano il trasferimento a causa dei costi insostenibili delle abitazioni. Riccardo Righi (Sindaco Carpi) si è soffermato in particolare sul tema della burocrazia e sulla stratificazione di leggi nazionali e locali che hanno come effetto l’allungamento dei tempi di attuazione degli strumenti urbanistici. “La nuova legge – ha detto - non deve andare in contrasto con le leggi regionali”. Francesco Zuffi (ANCI Emilia), infine, ha invitato a non trascurare le esigenze dei piccoli comuni per i quali l’attualità del tema della rigenerazione urbana non è scontato e rappresenta, comunque, una questione di sociale. “Serve una norma che abbracci tutte le realtà. Occorre lavorare a livello sistemico”.

Il primo panel del pomeriggio, moderato da Carlo Crespellani Porcella e Moreno Lorenzini assessore del comune di Carrara (GdL Rigenerazione urbana CNI), è stato dedicato al tema del consumo del suolo e alla forestazione urbana, considerando che nel 2024 le nuove coperture artificiali hanno occupato una superficie di 83,7 km2: uno dei valori tra i più elevati registrati negli ultimi anni. A partire da questo quadro generale, Francesco La Vigna (Coordinatore progetto Urban GeoClimate Footprint, ISPRA) ha illustrato il progetto GeoClimate, uno strumento creato dall'ISPRA e da EuroGeoSurveys per classificare le città in base al loro contesto geologico-climatico, raggruppando le città con caratteristiche simili per facilitare lo scambio di buone pratiche nella gestione delle sfide geologiche e climatiche future. Alessandro Bucci (Docente di “Elementi di recupero e rigenerazione urbana” dell’Università di Ferrara) si è soffermato sui nuovi spunti per la disciplina del consumo di suolo nazionale, declinandolo nel caso dell’Emilia Romagna, di Ferrara in particolare, e ragionando su come interpretare una sola legge nell’ambito di molteplici e differenti contesti urbani. Sono stati presentati poi tre casi concreti. Andrea Illari (Direttore Area rigenerazione urbana e infrastrutture sostenibili del Comune di Reggio Emilia) ha analizzato il rapporto tra sostenibilità ambientale e forestazione urbana nel comune di Reggio Emilia. Anna Depietri (Responsabile UO manutenzione del verde pubblico del Comune di Bologna) ha portato il caso della città di Bologna a partire dalla gestione del verde pubblico. Valerio Barberis (Coordinatore scientifico del progetto Agenda urbana Brescia 2050) ha presentato l’interessante progetto di Prato Forest City. Mimmo Fontana (Responsabile per la rigenerazione urbana di Legambiente), infine, a proposito di transizione ecologica, ha posto l’accento sulla variabile tempo. Più si allungano i tempi della sua realizzazione, meno essa potrà rivelarsi efficace.

Il secondo panel pomeridiano, moderato da Pierluigi De Amicis (GdL Rigenerazione urbana CNI), è stato dedicato all’edilizia residenziale pubblica e alla qualità dell’abitare, partendo dal fatto che, secondo le stime più recenti, in Italia ci sarebbe un fabbisogno insoddisfatto di oltre 600.000 abitazioni a prezzi calmierati. Il primo intervento è stato quello di Livio Cassoli (Responsabile Fondo Investimenti per l’Abitare di CDP Real Asset SGR SPA) che ha illustrato il programma di Cassa Depositi e Prestiti per l’abitare sociale. Carla Ferrari (Assessora all’Urbanistica, verde, parchi e forestazione urbana del Comune di Modena) ha sottolineato la necessità di dare risposta ad una fascia di popolazione che fatica ad accedere al bene casa, particolarmente in affitto. Ercole Finocchietti (ACER Parma) ha illustrato la buona pratica di Social housing “Casa dei Mille” di Parma. Grazia Nicolosi (Dirigente ACER Modena), infine, ha illustrato l’esperienza del concorso di progettazione di Acer Modena nel comune di Carpi.

Roma 10 novembre 2025

Comunicato stampa