Forte calo degli abilitati in ingegneria e architettura

Il rapporto periodico del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri attesta la perdita di interesse dei giovani laureati in queste discipline per la libera professione

Brusco risveglio per le professioni di ingegnere e architetto. Gli ultimi dati disponibili, diffusi dal rapporto sugli abilitati relativo all’anno 2024 del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, evidenziano, infatti, uno scenario fortemente critico per quanto riguarda l’accesso alla professione e certificano l’evidente distacco dei laureati nelle discipline di ingegneria e architettura nei confronti dell’Esame di Stato. Nel 2024 hanno conseguito l’abilitazione 4.229 candidati per la professione di Ingegnere e 1.383 candidati per quella di Architetto, il minimo storico dall’introduzione dei settori e delle sezioni dell’Albo nel 2002, quasi la metà dei valori registrati nel periodo pre-Covid. Il tonfo può essere attribuito solo in minima parte all’accresciuta selettività dell’Esame di abilitazione (anche se il calo del tasso di successo è evidente, essendo sceso per gli ingegneri dal 88,1% del 2023 all’84,2%, per gli architetti dal 63,9% al 53,9%). Il fatto è che è proprio la libera professione a non risultare più attrattiva per i giovani laureati per una serie di motivi, tra cui il livello reddituale e gli oneri connessi alla gestione amministrativo-fiscale ed ordinistica.

Lo scenario si rivela ancor più preoccupante se si confronta il numero di abilitati con quello dei laureati che hanno conseguito un titolo valido per accedere alle prove dell’Esame di abilitazione: i 4.229 abilitati del 2024 rappresentano, infatti, appena il 13,6% dei laureati con titolo di laurea magistrale, valore minimo mai rilevato finora. I dati confermano quanto emerso già negli anni immediatamente successivi alla riforma dell’Albo conseguente al DPR 328/2013: la divisione in settori ha determinato un progressivo calo di interesse verso l’Albo professionale, soprattutto tra i laureati in ingegneria del settore industriale e di quello dell’informazione. In uno scenario in cui il numero di laureati nelle classi di laurea attinenti al settore civile ed ambientale continua a calare sensibilmente, ciò comporta come diretta conseguenza un crollo delle abilitazioni professionali che in prospettiva genererà la probabile riduzione del numero degli Iscritti all’Albo, evento mai verificatosi nella storia più che centenaria dell’Ordine degli Ingegneri. Un elemento che lavora a favore di questa eventualità è il vasto numero di laureati che, pur avendo conseguito l’abilitazione professionale, non si iscrivono all’Albo: basti pensare che dei quasi 135mila laureati abilitati negli ultimi 14 anni, oggi ne risultano iscritti all’Albo appena 62mila, circa la metà.

“Come ho avuto modo di ribadire anche in occasione del nostro ultimo 69° Congresso – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI - da sempre il Consiglio Nazionale è critico verso l’attuale strutturazione dell’esame di abilitazione, ritenendolo inefficace. Il calo di interesse nei confronti dell’Esame di Stato, certificato dal rapporto del nostro Centro Studi, è solo l’ultima conferma. Per questo abbiamo insistito nella richiesta dell’introduzione, durante il percorso accademico, del tirocinio formativo con una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite a valle dello stesso che, se conclusa con esito positivo, contempli l’ottenimento dell’abilitazione da parte del tirocinante. Queste posizioni sono condivise anche dal mondo delle imprese, come ha avuto modo di confermare il rappresentante di Confindustria intervenuto nei giorni scorsi al nostro evento ‘Ingenio al femminile’. Colgo l'occasione per ribadire anche l’impegno a perseguire l’obiettivo di una sezione unica dell’Albo, con la proposta di un percorso di upgrade per gli iscritti alla Sezione B, attiva sino ad esaurimento”.

“Il rapporto evidenzia un dato chiaro: l’accesso alla professione sta cambiando profondamente – commenta Marco Ghionna, Presidente del Centro Studi CNI -. La diminuzione degli abilitati non è solo un indicatore quantitativo, ma il segnale di una trasformazione nei percorsi formativi, nelle aspettative dei giovani e nelle modalità con cui il mercato richiede competenze tecniche. Questa dinamica va letta come un’occasione per riallineare sistema universitario, Esame di Stato e mondo professionale. Servono strumenti più coerenti con le competenze oggi necessarie, digitali, multidisciplinari, orientate all’innovazione, e percorsi di ingresso che valorizzino il merito, la qualità e la preparazione pratica. Il Centro Studi continuerà a monitorare questi trend e a fornire analisi utili per accompagnare la riforma delle professioni, con l’obiettivo di rafforzare attrattività, competitività e ruolo sociale dell’ingegneria e dell’architettura”.

“I dati sugli abilitati contenuti nel rapporto del nostro Centro Studi – osserva Giuseppe Maria Margiotta, Consigliere Segretario del CNI con delega al Centro Studi – attestano una disaffezione da parte dei giovani ingegneri e architetti nei confronti della libera professione. I neo laureati, soprattutto quelli che si sono orientati verso i nuovi settori dell’ingegneria, sembrano preferire l’approdo sicuro del lavoro dipendente, sia esso in azienda o all’interno delle amministrazioni pubbliche. In questo modo, l’Ordine degli Ingegneri risulta sempre più ‘civile-centrico’, riuscendo ad attrarre a sé in misura solo residuale i laureati del settore industriale e dell’informazione che costituiscono da anni la stragrande maggioranza dei laureati in ingegneria. Solo nel 2024 essi hanno rappresentato l’82% del totale dei laureati. E’ chiaro che di fronte a questo scenario il nostro sistema ordinistico è chiamato a un cambio di passo e di visione. In questo senso, tra le ipotesi da prendere in considerazione c’è anche quella, più volte avanzata dal nostro Consiglio Nazionale, di prevedere l’iscrizione obbligatoria all’Albo per tutti i laureati in ingegneria per far sì che l’intera platea degli ingegneri italiani offra le medesime garanzie in termini di formazione, competenze e rispetto del codice deontologico, a tutela dei cittadini”.

Il calo di abilitati più netto si registra tra gli ingegneri, scesi del 54,4% rispetto a quelli rilevati nel 2023: 4.229 abilitati a fronte dei 9.279 del 2023. Assai consistente si rivela tuttavia anche la riduzione di abilitati ingegneri iunior: solo 628, il 51% in meno rispetto ai 1.282 abilitati del 2023. Nel 2024 l’abilitazione si conferma prerogativa soprattutto dei laureati del settore civile ed ambientale (47,1% del totale), a fronte del 42,1% costituito dagli Ingegneri industriali e del 10,8% degli Ingegneri dell’informazione che continuano ad evidenziare uno scarso interesse verso l’abilitazione e l’iscrizione all’Albo. Torna alle proporzioni presenti nel periodo pre-pandemico la distribuzione a livello geografico degli abilitati per l’iscrizione alla sezione A: oltre un terzo di questi, infatti, ha conseguito il titolo in un ateneo del meridione, mentre cala la quota di abilitati negli atenei del Nord-Ovest, che dopo aver raggiunto nel 2023 il valore più elevato registrato negli ultimi 10 anni (27,4%), nel 2024 scende al 20,2%. Gli ingegneri iuniores confermano il trend: i civili ed ambientali costituiscono quasi il 63% degli abilitati (contro il 60,4% del 2023 e il 60,2% del 2022), mentre si registra una flessione degli industriali (28,5% contro il 29,9% rilevato nel 2023) e di quella degli Ingegneri dell’informazione (8,6% a fronte del 9,8% del 2023).

Scendendo nel dettaglio degli atenei, Il Politecnico di Milano, seppur con un tasso di successo inferiore alla media nazionale, si conferma nel 2024 la sede di esame con il numero più elevato di Ingegneri abilitati. Seguono l’Università di Padova (303 abilitati), quella di Bologna (301 abilitati) e il Politecnico di Torino che con 229 abilitati si colloca solo al quarto posto, quando nel 2023 era secondo solo al Politenico di Milano.

Se gli ingegneri non ridono, gli architetti piangono. I dati attestano un calo vertiginoso: nel 2024, il numero di laureati che hanno sostenuto l’Esame di Stato per l’abilitazione a questa professione è sceso sotto i 3mila candidati, il 40% in meno rispetto all’anno 2023. Con un tasso di successo che scende al 54%, il numero di abilitati si riduce ad appena 1.558, ossia la metà rispetto all’anno precedente. La flessione evidenziata coinvolge tutte le figure professionali attinenti all’Architettura. Più nel dettaglio, gli Architetti calano da 2.682 a 1.383 (-48,4%), gli Architetti iuniores da 261 del 2023 a 108 del 2024 (-58,6%), i Pianificatori da 84 a 24 (-71,4%), i Pianificatori iuniores da 30 a 14 (-53,3%), i Paesaggisti da 66 abilitati a 24 (-63,6%) e i Conservatori si riducono da 9 a soli 5 (di cui 4 presso l’Università di Palermo).

Roma 18 novembre 2025

Comunicato stampa

Allegato Rapporto del Centro Studi del CNI: L’accesso alle professioni di ingegnere e architetto 2024